stress Archivi - Elena Ferrari Rinascere donna Tue, 08 Oct 2019 08:34:00 +0000 it-IT hourly 1 https://mentallifting.com/wp-content/uploads/2022/05/cropped-favicon-32x32.png stress Archivi - Elena Ferrari 32 32 207833118 Quando la caduta dei capelli è psicosomatica https://mentallifting.com/quando-la-caduta-dei-capelli-e-psicosomatica/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=quando-la-caduta-dei-capelli-e-psicosomatica https://mentallifting.com/quando-la-caduta-dei-capelli-e-psicosomatica/#respond Tue, 08 Oct 2019 08:33:59 +0000 https://mentallifting.com/?p=3733 Simbolicamente i capelli rappresentano l’energia che fluisce e si associano alla forza vitale, psichica e spirituale. Simbolo di libertà di forza e di potenza, la perdita dei capelli rappresenta il polo opposto e può assumere diversi significati: evoca conflitti che riguardano lutti, perdite, rinunce, sacrifici. I capelli sono il simbolo della femminilità e della seduzione...

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Simbolicamente i capelli rappresentano l’energia che fluisce e si associano alla forza vitale, psichica e spirituale.

Simbolo di libertà di forza e di potenza, la perdita dei capelli rappresenta il polo opposto e può assumere diversi significati: evoca conflitti che riguardano lutti, perdite, rinunce, sacrifici. I capelli sono il simbolo della femminilità e della seduzione nella donna e della virilità nell’uomo, perciò la loro perdita può essere vissuta molto male.

Per questo è importante capire ed elaborare i vissuti emotivi connessi alla perdita dei capelli e, come questi, si ripercuotano sul contesto di vita della persona: l’alopecia, infatti, potrebbe comportare un senso di imbarazzo, vergogna e perdita di autostima.

Come si riconosce il paziente psicosomatico che soffre d’alopecia?

L’alopecia può presentarsi in qualsiasi zona del corpo in cui ci siano dei peli, ma sul cuoio capelluto è più evidente e crea un disagio psicologico maggiore.

Nell’adulto l’alopecia è prevalentemente connessa con il senso di perdita di sé stessi, qualcosa ha fatto perdere un pezzo di identità. Spesso segue ad una esperienza affettiva traumatica e questo è evidente specie nei bambini, quando perdono figure di riferimento.

Tra le cause dell’alopecia possiamo individuare quelle genetiche, ormonali, alimentari, chimico-farmacologiche, psico-sociali.

Tra le cause psicosociali troviamo, infatti, l’alopecia da stress e l’alopecia causata da shock traumatici o fenomeni depressivi. Ritmi di lavoro e di vita innaturali, e una società piena di solitudine esistenziale, aumentano il tasso di sofferenza nei singoli e nella collettività. Molte persone entrano in crisi e i loro problemi psicologici potrebbero manifestarsi anche sotto forma di perdita dei capelli.

Il significato simbolico dei capelli

Il capello, inteso come filo (conduttore, riferimento), rappresenta i nostri legami affettivi. La caduta, i capelli che si assottigliano, che si spezzano, sono sintomo di una sofferenza profonda data dalla rottura di un legame che ci creava sicurezza e dava conforto, attenzioni e riempiva il vuoto esistenziale.

Quindi una perdita di capelli uniforme su tutto il capo, più nella parte frontale, è direttamente collegata ad una perdita di sicurezza su tutti i fronti e un senso di smarrimento e vuoto.

È la mancanza (anche solo come impressione e non necessariamente effettiva) di una radice bel salda. Il bulbo pilifero si atrofizza quando la nostra convinzione è quella che le nostre radici si siano atrofizzate e che non ci sia niente e nessuno su cui poter contare.

Caduta dei capelli in psicosomatica

I capelli che cadono possono anche rappresentare tracce vitali del passaggio di un soggetto che percepisce come insignificante la propria esistenza, e lascia quindi una prova, un segno per gli altri. Oppure, in età avanzata, nei momenti di depressione, dopo una separazione affettiva o dopo un lutto i capelli che cadono esprimono la volontà di andare via, lasciare il nostro corpo, insieme ai ricordi più spiacevoli e ai legami ad essi correlati.

In molti casi poi, la psicosomatica indica nella perdita dei capelli un tentativo inconscio di fare “piazza pulita” dei problemi, con la voglia di tornare bambini. Un desiderio che si può estrinsecare anche in gesti plateali e clamorosi, come spezzarsi o strapparsi i capelli.

I capelli possono anche cadere nel caso in cui un soggetto sia particolarmente angosciato dalle novità, o da una innovazione che arriva a sconvolgere determinati equilibri psichici o di status, come ad esempio l’arrivo di un fratellino, un trasferimento di città, un cambio di mansione sul lavoro.

La cura supplementare

L’approccio psicosomatico all’alopecia, da solo, non permette mai di sbarazzarsi del tutto del problema dell’alopecia. La nostra chioma ha bisogno di una buona cura delicata sia dall’esterno che dall’interno. Ecco i miei consigli:

  • arricchite la vostra dieta con la frutta e verdura fresca, mangiate regolarmente la carne bianca e pesce, frutti di mare, cereali, latticini fermentati
  • coccolate la chioma con le maschere, sia professionali che preparate a casa secondo le ricette della medicina popolare, usando oli naturali, vitamine, estratti vegetali
  • per la cura quotidiana usate solo shampoo e balsami delicati, di qualità, pensati per capelli secchi, danneggiati ed indeboliti
  • se avete le ciocche lunghe e le radici indebolite, vi consiglio di fare un taglio più corto: spesso tagliare i capelli salva dalla calvizie totale.

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Bassa autostima? 6 modi per porvi rimedio https://mentallifting.com/bassa-autostima-6-modi-per-porvi-rimedio/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=bassa-autostima-6-modi-per-porvi-rimedio https://mentallifting.com/bassa-autostima-6-modi-per-porvi-rimedio/#respond Tue, 17 Sep 2019 09:39:02 +0000 https://mentallifting.com/?p=3721 Nel precedente articolo vi ho parlato di come, una corretta autostima si sviluppa già a partire dall’infanzia e dell’importanza che la scuola ha in questo processo. Oggi vi voglio parlare della mancanza di autostima negli adulti e di come fare per porvi rimedio. Cosa significa avere una bassa autostima? Sappiamo che, avere una buona autostima...

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Nel precedente articolo vi ho parlato di come, una corretta autostima si sviluppa già a partire dall’infanzia e dell’importanza che la scuola ha in questo processo. Oggi vi voglio parlare della mancanza di autostima negli adulti e di come fare per porvi rimedio.

Cosa significa avere una bassa autostima?

Sappiamo che, avere una buona autostima significa avere fiducia in se stessi, nella vita e nelle proprie capacità, indipendentemente dal giudizio altrui e dagli avvenimenti esterni. Purtroppo, però, a causa di esperienze negative e situazioni particolari vissute nell’infanzia, non sono rari i casi di bassa autostima. Queste persone, spesso, ricercano all’esterno, anche da adulti, un senso di appartenenza che, purtroppo, sarà difficile trovare realmente. Quello che manca, in questi casi, è un senso di protezione che derivi dall’interno e che non può essere creato da altri.

Come rimediare?

Le conseguenze dell’avere poca autostima possono interessare non solo le nostre emozioni, ma anche la nostra salute e la nostra vita. Una bassa autostima è un ostacolo per raggiungere il successo in ambito professionale, ci danneggia nello studio e nella vita personale, così come nel relazionarci con gli altri. Inoltre, può causare tristezza, malinconia, depressione, timidezza e altri sentimenti negativi.

Il primo modo per accrescere la propria autostima è conoscersi. Chi è consapevole delle proprie modalità di pensiero e azione, infatti, riesce a tenere sotto controllo anche i propri lati oscuri e a non agire sempre con il pilota automatico. Ad esempio, una persona che si conosce bene, potrebbe rendersi conto di provare antipatia nei confronti di un altro, non perché questi sia effettivamente una persona sgradevole ma perché, ad esempio, prova invidia verso i suoi successi.

Evitare i paragoni, con le cose e con le persone che ci circondano. Ci saranno sempre persone che hanno più di successo di noi, o che ne avranno di più, per questo è importante non vivere a seconda della vita che altri individui conducono o paragonandoci a loro o prefiggendoci i loro stessi obiettivi. Dobbiamo avere una nostra identità e creare progetti di vita personali.

Un altro modo di migliorare il problema dell’autostima è cambiare il modo di pensare, trasformando il negativo in positivo. Ci sono sempre degli ostacoli e dei problemi difficili da risolvere nella vita, ma possono essere affrontati come un insegnamento per il lungo cammino che dobbiamo percorrere.

L’accettazione è fondamentale per migliorare e per sentirci meglio con noi stessi. Dobbiamo accettare il nostro corpo, il nostro modo di essere e quello che abbiamo. Un ulteriore modo di superare le paure interne è di aumentare l’amore per sé stessi è quello di creare un progetto di vita, una strategia personale per poter aumentare la bassa autostima che abbiamo.

Molte persone vivono la loro vita cercando di compiacere gli altri per ricevere il più possibile consensi e validazione. Tutto ciò deriva dal bisogno di essere amati. Non c’è nulla di male nel desiderare una conferma positiva dall’esterno su ciò che si è o su ciò che si fa, il problema nasce quando questo diventa un elemento centrale nel determinare il proprio valore come persona. Dare la priorità al giudizio altrui nelle nostre scelte e nei nostri comportamenti ci porta inevitabilmente a confusione, incapacità di esprimerci liberamente e a nasconderci.

Poiché gran parte della nostra autostima è influenzata dalle nostre relazioni: è fondamentale circondarsi di persone che ci facciano stare bene e allontanare chi, al contrario, ci fa del male. Trovare persone che sono disposte a starci vicino, ascoltarci, sostenerci e che ci possano accettare sia nei nostri pregi che nei nostri difetti può rivoluzionare anche il modo in cui entriamo in contatto con noi stessi. Allo stesso tempo è necessario allontanare dalla nostra vita chi ci ferisce, chi consuma la nostra energia e ci impedisce di crescere.

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Sindrome da rientro dalle vacanze, che fare? https://mentallifting.com/sindrome-da-rientro-dalle-vacanze-che-fare/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=sindrome-da-rientro-dalle-vacanze-che-fare https://mentallifting.com/sindrome-da-rientro-dalle-vacanze-che-fare/#respond Mon, 12 Aug 2019 07:37:02 +0000 https://mentallifting.com/?p=3687 Il momento più duro delle vacanze è arrivato: il rientro! Sindrome post-rientro, mal di ritorno, depressione, malinconia, ansia, stanchezza, quanto è faticoso riprendere la solita vita dopo le tanto desiderate ferie? La sindrome da rientro è in forte aumento perché le vacanze si sono accorciate, e molte persone si portano dietro il lavoro anche al...

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Il momento più duro delle vacanze è arrivato: il rientro! Sindrome post-rientro, mal di ritorno, depressione, malinconia, ansia, stanchezza, quanto è faticoso riprendere la solita vita dopo le tanto desiderate ferie? La sindrome da rientro è in forte aumento perché le vacanze si sono accorciate, e molte persone si portano dietro il lavoro anche al mare o in montagna. La società della fretta, della connessione continua, di una vita fitta di impegni, produce anche questi effetti collaterali. Come affrontarli per non perdere i benefici delle ferie?

Cos’è la sindrome da rientro dalle vacanze

La sindrome da rientro dalle vacanze non è una vera e propria patologia ma bensì un insieme di condizioni di malessere che caratterizzano i primi giorni in cui si ritorna a pieno ritmo alla solita routine.

Tale malessere, con le sue più svariate manifestazioni, è causato dallo stress: il cervello vive e percepisce il rientro al lavoro come una situazione potenzialmente pericolosa e invia messaggi di allerta al sistema nervoso centrale. Questo si attiva causando tensione muscolare, ansia e tachicardia.

Questo stress da rientro causa, quindi, una serie di sintomi psicologici e disturbi fisici che si manifestano improvvisamente scombussolando tutte le aspettative e i buoni propositi di ritornare al lavoro e ai soliti impegni con la giusta carica di energia che, magari, è venuta meno durante l’anno.

Consigli per combattere lo stress da rientro

Come prima cosa cercate di tenervi 2 giorni di riposo fra la fine delle ferie ed il rientro al lavoro: avrete così tempo per sistemarvi e riabituarvi ai nuovi ritmi, nonché di prepararvi psicologicamente e fisicamente al nuovo inizio lavorativo

Evitate di riprendere tutte le vostre consuete attività al 100% e con foga: andate con calma e aumentate l’intensità di lavoro e ritmi di vita pian piano, con gradualità. Organizzare il lavoro e, se possibile, evitate di fissare appuntamenti importanti durante i primissimi giorni di lavoro.

Prendetevi cura di voi stessi come avete fatto in vacanza: alla vostra mente e al vostro corpo non bastano 2 settimane per star bene sempre. Quindi, continuate a prendervi cura di voi e a coccolarvi, facendo manicure, pedicure, massaggi, palestra, hobbies, per darvi la sensazione di essere ancora in ferie.

Cercate di continuare a stare all’aria aperta: fate passeggiate, uscite a cena, cercate di alzarvi più possibile dalla scrivania per fare 4 passi e respirare sole e ossigeno, uscite la sera e non fatevi riassopire immediatamente dal divano e dalla tv.

Evitate di tappezzare ogni vostro oggetto, strumento e luogo con le foto della vacanza: son belle da guardare e son lieti ricordi ma, se la vostra sindrome da post-rientro è piuttosto accentuata, non farete altro che aumentarvi da soli la già naturale e presente malinconia.

Pensate e programmate il prossimo viaggio, che sia una vera vacanza, un weekend o solo una gita non importa: vi darà quella carica e spinta per andare avanti e non ricordare solo il passato. Vi sentirete risollevati nell’umore.

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Ansia da vacanza, 8 consigli per prevenirla https://mentallifting.com/ansia-da-vacanza-8-consigli-per-prevenirla/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=ansia-da-vacanza-8-consigli-per-prevenirla https://mentallifting.com/ansia-da-vacanza-8-consigli-per-prevenirla/#respond Wed, 24 Jul 2019 07:55:09 +0000 https://mentallifting.com/?p=3666 Ansia da vacanza, ci colpisce a tradimento nella fase dei preparativi o ci accompagna nei nostri viaggi, trasformando le nostre ferie in un incubo da dimenticare. Le sogniamo tutto l’anno ma, per qualcuno, quando si avvicinano scatta l’ansia da vacanza: come organizzarle? Dove andare? Come riempirò il tempo? Stare rilassati e non fare niente può...

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Ansia da vacanza, ci colpisce a tradimento nella fase dei preparativi o ci accompagna nei nostri viaggi, trasformando le nostre ferie in un incubo da dimenticare. Le sogniamo tutto l’anno ma, per qualcuno, quando si avvicinano scatta l’ansia da vacanza: come organizzarle? Dove andare? Come riempirò il tempo?

Stare rilassati e non fare niente può provocare l’ansia da vacanza: si percepisce una sensazione di disagio non appena si inizia a pensare al lavoro. Le vacanze al mare, ai laghi o in montagna potrebbero essere considerate il massimo del relax, ma tutto questa inoperosità ci spaventa, perché siamo troppo abituati ai ritmi frenetici e scadenzati della vita lavorativa.

Quali sono le cause che scatenano l’ansia?

Spesso è legata al bisogno di organizzare il tempo libero e alla paura di non saper riempire i tempi vuoti. Una giornata senza un lavoro, senza una qualsiasi attività utile, diventa, con l’andare del tempo, un ostacolo e un disagio incredibilmente grande e perennemente presente.

La scelta della meta

Per molti il primo motivo di stress è la scelta del luogo dove passare la propria vacanza: bisogna far coincidere budget, periodo, esigenze personali e di chi viaggia con noi, e se siamo soli con chi partire, con gli amici o con un gruppo di sconosciuti.

Bisogno di organizzare ogni cosa

Dopo aver superato lo stress dei preparativi, alcune persone appena raggiunta la meta, vengono assalite dall’ansia di voler vedere tutto, partecipare a qualunque attività e hanno l’esigenza di programmare le giornate minuto per minuto.

Aspettative eccessive

Spesso le persone soffrono di ansia da vacanza perché si creano delle aspettative enormi sulle ferie con la speranza di compensare frustrazioni lavorative e personali accumulate in un anno.

Bisogno di dimostrare qualcosa

C’è chi, durante le proprie vacanze, progetta e fa cose che in realtà non gli si addicono; persone che decidono di partire in trekking faticosi, solo per poter dimostrare agli altri di quanto si è avventurosi o gente che sceglie di fare una vacanza in barca, pur soffrendo il mal di mare, solo perché va di moda.

Ansia da vacanza, come affrontare e prevenire questi stati ansiosi?

Imparate e riconoscere le vostre esigenze. Per evitare l’ansia da vacanza è necessario riconoscere ciò di cui abbiamo davvero bisogno e non seguire l’onda del momento. E, per quanto sia inevitabile raggiungere compromessi con chi viaggia con noi, è altrettanto importante fare in modo che i nostri desideri vengano rispettati.

Non lasciate lavoro in sospeso. Pianificate per tempo le attività che per un po’ resteranno in sospeso o in mano ad altri colleghi, evitando di ridurvi all’ultima ora prima della partenza. In previsione delle proprie ferie è naturale accelerare i ritmi lavorativi, se questo significa staccare davvero la spina una volta partiti.

Non temete gli “spazi vuoti”. Alcune persone, soprattutto quelle più “razionali”, quando pianificano una vacanza cercano di tenere tutto sotto controllo e di programmare ogni minuto. Questo perché si sentono tranquillizzate da una vita programmata nel dettaglio, e cercano di applicare questa logica anche alla vacanza. Ma per staccare davvero la spina dalla routine di tutti i giorni è invece più utile provare ad abbandonarsi a esperienze nuove, vivendo giorno per giorno e lasciandosi trasportare dalle casualità. E anche dall’ozio, qualche volta.

Aspettatevi eventuali imprevisti. È necessario un minimo di organizzazione, ma attenti a non inseguire la perfezione. Se vi scordate qualcosa, o incappate in qualche contrattempo, troverete sicuramente come recuperare. Imparate ad accogliere i possibili imprevisti con un sorriso e con spirito pratico. Guardate alle vacanze come a un’occasione per mettere alla prova la vostra creatività.

Evitate di “strafare”. Si sa che in vacanza gli orari e i ritmi quotidiani cambiano, ma attenzione a non esagerare. Ricordatevi che, se sottoposto ad attività alle quali non è abituato, il vostro corpo potrebbe non rispondere bene. Una buona alimentazione e un buon esercizio fisico vi aiuteranno ad affrontare in modo più sereno le vostre vacanze.

Pensate positivo. Se vi accorgete che avete la tendenza a rimuginare e a preoccuparvi, provate a interrompere il flusso di pensieri negativi concentrandovi su qualcosa di bello. Cercate di mantenere nella vostra mente un’immagine positiva: una foto, un ricordo, un viaggio, qualcosa che vi ha fatto stare bene.

Spostate il punto di attenzione. Provate a non concentrarvi troppo sui sintomi dell’ansia e spostate l’attenzione su qualcosa di diverso e piacevole per voi: ascoltare musica, leggere un libro o guardare un film divertente.

Se l’ansia è eccessiva, chiedete aiuto. Se però l’ansia diventa una prerogativa del vostro vivere, anche quando non dovrebbe esserci, può essere utile chiedere aiuto a un professionista.

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Essere troppo accondiscendenti fa male alla pelle https://mentallifting.com/essere-troppo-accondiscendenti-fa-male-alla-pelle/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=essere-troppo-accondiscendenti-fa-male-alla-pelle https://mentallifting.com/essere-troppo-accondiscendenti-fa-male-alla-pelle/#respond Tue, 25 Jun 2019 06:34:28 +0000 https://mentallifting.com/?p=3644 Nella visione psicosomatica, la pelle non è solo un organo ma rappresenta molto di più: il nostro contatto con il mondo. La pelle è la parte di noi che dialoga con l’esterno, ecco perché va “ascoltata”, scoprendo cosa significano e come vanno affrontati tutti i disturbi che la possono affliggere. Quali sono i comportamenti che...

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Nella visione psicosomatica, la pelle non è solo un organo ma rappresenta molto di più: il nostro contatto con il mondo. La pelle è la parte di noi che dialoga con l’esterno, ecco perché va “ascoltata”, scoprendo cosa significano e come vanno affrontati tutti i disturbi che la possono affliggere.

Quali sono i comportamenti che salvano la pelle?

Chi soffre di malattie della pelle spesso, per evitare di esporsi nelle relazioni sociali, ricorre al silenzio e alla diplomazia. È così che, involontariamente, sviluppiamo relazioni malsane oppure facciamo fatica a stabilire una vera intimità. Il non detto si accumula fino a riversarsi sulla pelle, che si incarica di manifestare l’irritazione.

Cambiamenti, anche lievi, come il rossore, il pallore e la sudorazione esprimono i nostri stati d’animo, le nostre sensazioni, i nostri disagi. Se la pelle è il nostro organo bersaglio di tensioni e stress, anziché combattere i suoi disturbi solo con pomate e farmaci, impariamo a decodificare i suoi segnali. La regola fondamentale per guarire dalle malattie cutanee è relazionarsi con il mondo esterno in modo più naturale e spontaneo. Ecco quali sono gli atteggiamenti che ci aiutano.

Impara a dire di no, quando serve

Quando serve mettere paletti? Ad esempio in tutte quelle situazioni nelle quali non è chiara l’attribuzione di compiti e ruoli. Al lavoro, per esempio, ci si può ritrovare a fare ciò che spetterebbe a qualcun altro, oppure a dovere difendere la vita privata dall’intrusione dell’attività lavorativa. Stabilisci con chiarezza quello che ti compete e quello che ti è dovuto, poi sii deciso e fermo.

Segui l’istinto

Quante volte abbiamo la sensazione che “a pelle” una situazione non ci convinca oppure che sia la cosa giusta per noi? Dai più ascolto alle sensazioni di apertura, chiusura, alle attrazioni e alle repulsioni apparentemente immotivate: vedrai che quello che hai percepito non era sbagliato.

Accetta incertezza e cambiamento

Le situazioni e i momenti di passaggio spesso trovano il loro corrispettivo nella pelle che manifesta, ad esempio attraverso la psoriasi o l’acne, la difficoltà ad abbandonare la vecchia realtà per una nuova.

Nei momenti di transizione ciò che più ci turba è l’incertezza, l’incapacità di definire in modo chiaro le cose e di sapere cosa ci aspetta. Tutte le volte che ti capita di avvertire sentimenti contrastanti non costringerti a prendere una decisione affrettata, datti tempo e impara ad accogliere il cambiamento gradualmente.

Prenditi cura della tua pelle

Dopo il bagno o la doccia, abituati a massaggiare delicatamente tutto il corpo con una crema emolliente. Massaggiarsi aiuta a conoscere il proprio corpo e ad avvertirne i cambiamenti. Se poi compaiono sulla pelle all’improvviso eczemi o dermatite, o quando si aggravano i soliti disturbi, prova a far caso al tuo umore o a cosa sta succedendo nella tua vita.

Spesso dietro ad una manifestazione fisica, ci sono esigenze e turbamenti di tipo psico-emotivo che vanno considerati se si vuol risolvere il problema e non tamponare semplicemente la situazione.

E ricordati: prima della relazione con l’altro c’è la relazione con se stessi e, dal momento che la pelle delimita il nostro corpo, lo protegge e lo contiene, possiamo legare i problemi di pelle alla relazione non solo con l’altro ma anche e soprattutto con noi stessi.

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Psicosomatica e disturbi gastrointestinali: come guarire https://mentallifting.com/psicosomatica-e-disturbi-gastrointestinali-come-guarire/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=psicosomatica-e-disturbi-gastrointestinali-come-guarire https://mentallifting.com/psicosomatica-e-disturbi-gastrointestinali-come-guarire/#comments Mon, 17 Jun 2019 13:26:50 +0000 https://mentallifting.com/?p=3624 Esiste un profondo legame tra una situazione psico-emotiva e i sintomi organici ed è qui che entra in gioco la psicosomatica. Il nostro corpo ci parla attraverso i sintomi e l’apparato digerente è uno dei più loquaci. Coliti ricorrenti, difficoltà digestive, meteorismo, gastriti, periodi di stipsi: in tanti casi non dipendono da una lesione, ma...

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Esiste un profondo legame tra una situazione psico-emotiva e i sintomi organici ed è qui che entra in gioco la psicosomatica. Il nostro corpo ci parla attraverso i sintomi e l’apparato digerente è uno dei più loquaci.

Coliti ricorrenti, difficoltà digestive, meteorismo, gastriti, periodi di stipsi: in tanti casi non dipendono da una lesione, ma dall’alterato funzionamento di uno o più organi. Il nostro sistema nervoso ci sta mandando dei segnali di sofferenza ed è buona cosa non sottovalutarli. Questo non vuol dire che non serva un’accurata diagnosi medica ma, il più delle volte, i nostri disturbi sono di origine psicosomatica. Oggi vi parlo dei disturbi dell’apparato digerente.

Ogni sintomo è un messaggio

Fin dall’antichità si è sempre saputo che i sentimenti e le emozioni avessero una certa ripercussione sull’organismo. Pertanto, e più spesso di quanto si pensa, la malattia è lo specchio del nostro rapporto con l’ambiente, con le emozioni e con il nostro sviluppo psicologico. Tuttavia, è bene ricordare che ogni persona è diversa dall’altra e, una particolare situazione, ha un significato diverso per ciascuna.

I sintomi gastroenterici hanno una grande valenza preventiva

Il sistema gastrointestinale è una via preferenziale per convogliare lo stress in eccesso e i problemi inconsci. In molti casi i sintomi anticipano la malattia e ci segnalano che dobbiamo cambiare stile di vita, alimentazione, relazioni. Piccoli e grandi disturbi ci dicono se riusciamo ad assimilare i rapporti con gli altri o se invece li respingiamo.

Quando non riusciamo a vivere secondo la nostra natura e le nostre esigenze, il canale alimentare manifesterà dei sintomi, che sono sia espressioni di squilibrio e di sofferenza, sia di stimolo a superare la difficoltà stessa.

Le turbe gastrointestinali secondo la visione psicosomatica

Stomaco: i suoi problemi riguardano situazioni che non abbiamo “digerito”, idee, alimenti o situazioni che rifiutiamo, situazioni che troviamo ingiuste o che ci mandano in collera. Chi presenta questi disturbi deve imparare a prendere coscienza dei propri sentimenti, ad elaborare consapevolmente le proprie impressioni e sensazioni.

Gastrite: è collegata alla collera perché non ci sentiamo rispettati o apprezzati per quanto valiamo. Il nervosismo e i disagi emotivi sono spesso responsabili. Il famoso “bruciore allo stomaco” parla della presenza di un fuoco che brucia all’interno, ma che non si esprime mai sotto forma di rabbia e ribellione.

Ulcera: esprime la nostra collera nei confronti di un evento che abbiamo trovato ingiusto, ma davanti al quale ci siamo sentiti impotenti perché non riusciamo a cambiare assolutamente nulla.

Fegato: i suoi problemi sono determinati da inquietudini, da preoccupazioni oppure da un rifiuto ad adattarsi. Nell’ammalarsi, esso mostra che l’uomo ingerisce più di quanto possa elaborare, indica smoderatezza, eccessivi desideri espansionistici e ideali troppo alti.

Semplici consigli per stare meglio

  • Impara a dire di no eviterai tanta nausea e vomito
  • Esprimi bene rabbia e contrarietà, eliminerai reflusso e bruciore
  • Scegli meglio relazioni e professione e digerirai meglio
  • Esprimi le tue fantasie nella coppia e rendi la tua morale meno rigida, eliminerai tante coliti.

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Bambini e vacanze scolastiche: istruzioni per l’uso https://mentallifting.com/bambini-e-vacanze-scolastiche-istruzioni-per-luso/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=bambini-e-vacanze-scolastiche-istruzioni-per-luso https://mentallifting.com/bambini-e-vacanze-scolastiche-istruzioni-per-luso/#respond Mon, 10 Jun 2019 07:22:31 +0000 https://mentallifting.com/?p=3618 Sono appena iniziate le vacanze estive e per molti genitori, ancora impegnati nel lavoro, scatta l’operazione “Come organizzare le vacanze dei bambini”. In parecchi casi, a dire il vero, l’operazione è partita mesi prima, mobilitando baby sitter, nonni o, se sono più grandi, iscrivendo i ragazzi ai campi estivi. Sembra un paradosso ma, quello che...

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Sono appena iniziate le vacanze estive e per molti genitori, ancora impegnati nel lavoro, scatta l’operazione “Come organizzare le vacanze dei bambini”. In parecchi casi, a dire il vero, l’operazione è partita mesi prima, mobilitando baby sitter, nonni o, se sono più grandi, iscrivendo i ragazzi ai campi estivi. Sembra un paradosso ma, quello che per i nostri figli è il momento più entusiasmante, atteso per mesi, per noi genitori può diventare un vero e proprio incubo. Che fare?

Come gestire al meglio le vacanze dei bambini?

Innanzitutto niente panico, fate un respiro profondo e tornate con la memoria a quando eravamo piccoli e non vedevamo l’ora di lasciare, per ben tre mesi, la scuola. Essere bambini significava, e significa ancora oggi, avere a disposizione tanto libero, stare con gli amici tutto il giorno, dare sfogo alla creatività e dedicarsi a giochi e divertimenti, senza più orari. Quindi, cari genitori, smettete per un po’ di essere perfetti organizzatori e date sfogo alla creatività. È vero che in molte famiglie si lavora in due e che perciò è difficile gestire i figli, ma è anche vero che, se abbiamo dei nonni o una persona di fiducia, possiamo tranquillamente affidarli a loro.

Quali consigli per i genitori con poco tempo libero?

Il primo consiglio che mi sento di darvi è lasciateli liberi. Liberi di inventarsi giochi, di annoiarsi, di stare all’aria aperta per fare cose che durante il resto dell’anno non possono fare. Oggi, e per 9 mesi, la maggior parte dei nostri bambini entra a scuola alle 8.30 e ne esce alle 16.30 e, per tutto il tempo, devono stare attenti, impegnarsi, fare compiti e studiare per tante ore al giorno.

Almeno durante le vacanze estive è giusto lasciarli liberi da impegni e dar loro la possibilità di sfogarsi, giocare, divertirsi con gli amici.Trascorrere finalmente del tempo libero dagli impegni scolastici e lavorativi con i propri figli può essere molto piacevole per mamma e papà, ma anche impegnativo e stressante. Quindi, lasciatevi aiutare e fate scelte che soddisfino le vostre esigenze ma siano compatibili con i loro bisogni.

Che sia mare, montagna, lago o campagna, scegliete in base ai vostri gusti ma fate in modo che il tragitto sia il più possibile rilassante, e non fonte di nervosismo e stanchezza. Prediligete destinazioni che siano adatte all’età dei bambini, in cui sono solitamente presenti servizi e attività pensate per i piccoli viaggiatori.

La parola d’ordine è riposo

È importante rispettare i loro tempi, anche se sono più rallentati, e trasmettere calma e serenità. Può accadere che qualcosa non vada come stabilito o programmato. Meglio prendere le cose con tranquillità, senza agitarsi e litigare: anche gli imprevisti potranno diventare un’occasione per scoprire in noi nuove risorse.

Mettete da parte tablet, smartphone e videogiochi: sono tantissime le attività da fare insieme ai vostri figli all’aria aperta: siate creativi e proponete giochi di scoperta e movimento.

I bambini hanno bisogno della vostra presenza e di stare con voi, soprattutto se, durante l’anno vi vedono poco a causa del vostro lavoro. Quindi ritagliatevi momenti di divertimento e condivisione.

Ma, soprattutto, non fatevi prendere dall’ansia e godetevi questi momenti speciali: se voi siete sereni e felici lo sentono e lo saranno anche loro.

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Burnout, come riconoscerlo e affrontarlo https://mentallifting.com/burnout-come-riconoscerlo-e-affrontarlo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=burnout-come-riconoscerlo-e-affrontarlo https://mentallifting.com/burnout-come-riconoscerlo-e-affrontarlo/#respond Wed, 05 Jun 2019 08:09:07 +0000 https://mentallifting.com/?p=3597 Riconoscere la sindrome da burnout non è sempre facile e, spesso, c’è la tendenza a ridurre il tutto ad un mero problema del singolo lavoratore ignorando il contesto lavorativo nel suo insieme. Per contro, non riconoscere il problema, da parte dell’azienda, è un errore molto pericoloso, perché può incidere pesantemente sull’economia dell’intera struttura. Non a...

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Riconoscere la sindrome da burnout non è sempre facile e, spesso, c’è la tendenza a ridurre il tutto ad un mero problema del singolo lavoratore ignorando il contesto lavorativo nel suo insieme. Per contro, non riconoscere il problema, da parte dell’azienda, è un errore molto pericoloso, perché può incidere pesantemente sull’economia dell’intera struttura. Non a caso, l’Organizzazione mondiale della Sanità lo ha di recente riconosciuto come malattia.

Rischio di burnout: cos’è?

Il termine burnout, in italiano “bruciato”, “esaurito”, identifica una condizione di esaurimento fisico ed emotivo che porta la persona ad avere un atteggiamento distaccato e apatico verso il lavoro e i rapporti interpersonali.

Ci sono delle categorie più a rischio: medici, infermieri, forze dell’ordine, insegnanti, ma può colpire anche altre categorie di lavoratori, quelli iperattivi e schiacciati da mille impegni tra lavoro e famiglia. Solitamente le donne, che sopportano oltre al carico di lavoro gli impegni con la famiglia e l’accudimento degli anziani, sono maggiormente predisposte al pericolo di esaurimento psico-fisico rispetto agli uomini.

Il burnout può essere causato da diversi fattori: un’eccessiva mole di lavoro, l’incertezza rispetto al ruolo che si ricopre in azienda, le pressioni da parte dei superiori, i conflitti con i colleghi, o un senso di inadeguatezza rispetto al ruolo ricoperto.

Riconoscere i sintomi è importante

La sintomatologia è complessa, ma si può ricondurre a tre grandi aree:

  • lavorativa: calo delle prestazioni, problemi disciplinari, alta conflittualità, frequenti malattie e conseguente assenteismo, infortuni
  • psicologica e comportamentale: ansia, angoscia, indecisione, insicurezza, isolamento, scarsa attenzione e concentrazione, cattivo umore, stati depressivi, attacchi di panico, autocommiserazione, sensazione di avere la testa vuota, aumento di consumo di alcol, tabacco e caffè
  • fisica: disturbi gastrointestinali, cardiocircolatori, respiratori, sessuali e dermatologici.

5 modi per guarire

La risoluzione del problema, a livello individuale, passa attraverso tecniche terapeutiche quali l’EMDR che aiutano a ridurre il livello di ansia e stress e a modificare il proprio comportamento. Nella vita di tutti i giorni, vi consiglio:

  • conducete uno stile di vita sano (sport, dieta, ecc.) che aumenta la capacità di fronteggiare qualsiasi tipo di esperienza stressante
  • praticate tecniche di rilassamento (meditazione, biofeedback) per ridurre il grado di attivazione
  • create nuove relazioni con i colleghi: il confronto aiuta a distendere l’atmosfera in azienda
  • imparate a gestire il tempo: la variabile più importante quando si considera la produttività è proprio il tempo, perciò saperlo gestire è la chiave per il successo. Per cercare di rendere la vostra vita professionale il meno stressante possibile il segreto è fare brevi pause durante la giornata. Questo aiuta a rimanere concentrati senza affaticarsi troppo.

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Mamme divise a metà, tra lavoro e famiglia https://mentallifting.com/mamme-divise-a-meta-tra-lavoro-e-famiglia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=mamme-divise-a-meta-tra-lavoro-e-famiglia https://mentallifting.com/mamme-divise-a-meta-tra-lavoro-e-famiglia/#respond Tue, 28 May 2019 16:02:36 +0000 https://mentallifting.com/?p=3550 Molte mamme vivono con difficoltà il distacco, che invece può essere la prima esperienza di autonomia di nostro figlio. Combattute tra la voglia di portare avanti la propria attività e le esigenze dei figli, le mamme sono sempre alle prese con i sensi di colpa. Una vita di corsa e la paura di non essere...

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Molte mamme vivono con difficoltà il distacco, che invece può essere la prima esperienza di autonomia di nostro figlio.
Combattute tra la voglia di portare avanti la propria attività e le esigenze dei figli, le mamme sono sempre alle prese con i sensi di colpa. Una vita di corsa e la paura di non essere altezza, come mi raccontano molte donne che incontro in terapia. Scelte che ricadono, nella maggior parte dei casi, sulle madri.

È difficile per tutte ma, secondo me, lavorare è un diritto e soprattutto un dovere anche nei confronti dei nostri figli. È faticoso conciliare lavoro e famiglia, perché alla fine non smetti mai di lavorare, neanche a casa. Stringi i denti e vai. È tutta una corsa: bambini, scuola, lavoro, impegni sportivi, spesa, pulizie.

Mamme accomunate dalla sensazione di rincorrere il tempo

Una vita sempre di corsa, cercando di incastrare gli impegni di tutta la famiglia senza mai dimenticare niente. Ma senza aiuti non ci si riesce. I nonni, in primis, sono la salvezza di tante famiglie, ma molte donne devono ricorrere anche alle baby sitter che si aggiungono però alle numerose spese da sostenere.
Una donna che vuole realizzarsi anche fuori dalle mura domestiche deve rinunciare sicuramente a qualcosa. E i papà?

Un difficile equilibrio di ruoli

Oggi la stragrande maggioranza delle donne non si sente realizzata unicamente all’interno dei ruoli di moglie e mamma. Lavorare, indipendentemente dalla necessità economica di contribuire al bilancio familiare, è sempre più un bisogno esistenziale e un diritto, a mio parere, così come è sempre stato per gli uomini. Se siamo fortunate possiamo contare sulla solidarietà dei nostri compagni ma, spesso, non è così. Ecco allora la domanda che tutte ci facciamo “è possibile essere nello stesso tempo lavoratrici soddisfatte e madri presenti e affettuose?”.

Diamo un calcio ai sensi di colpa

Perché non stai a casa con me?” è la domanda trabocchetto che prima o poi arriva per tutte le mamme e non fa che alimentare il nostro senso di colpa. Certo non è facile lasciare per ore i nostri figli ma ricordiamoci che si può dare solo ciò che si sente dentro di sé. Se una donna è ansiosa, stressata, possessiva e insicura, trasmetterà ai figli altrettanta agitazione; se è serena, anche se stanca, infonderà loro altrettanta sicurezza a discapito di capricci e pretese. Inoltre, è ormai accertato, che i figli di genitori che lavorano crescono altrettanto bene degli altri. Anzi, la loro personalità, sempre che la separazione sia avvenuta in modo giusto, può uscire fortificata da questa esperienza.

I miei consigli per affrontare il conflitto

Accetta il distacco
La prima cosa da fare è accettare il distacco dentro di te. In questo modo imparerai a non sentirti indispensabile. Molte mamme nascondono dietro al senso di colpa un tentativo di sottrarsi, esse stesse, alla separazione dal figlio, con il risultato di aumentare la sofferenza di entrambi.

Parla del tuo lavoro
Se è in età per comprendere, motiva il tuo lavoro. Il bambino deve capire che il lavoro ci piace, ci gratifica, lo si considera un valore e, quindi, lo si fa volentieri. Sarà un esempio importante che per fargli intuire che nella vita è bello avere interessi e perseguirli.

Rassicuralo sul tuo amore
Il bambino ha bisogno di essere amato, se sentirà questo amore, qualunque cosa accada, lui saprà che non verrà mai rifiutato o abbandonato.

Allontanati con un sorriso
Quando usciamo per andare al lavoro, salutiamolo con gioia. Se lui si mette a piangere, niente panico. È inevitabile. La sensazione di sentirsi solo verrà presto sostituita dall’interesse di fare cose nuove.

E ricorda sempre che sei una donna prima ancora di una mamma, quindi trova tempo per te e per il tuo compagno, fa che non si senta escluso e, se serve, coinvolgilo nel suo ruolo di papà.

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Come combattere lo stress in 7 semplici mosse https://mentallifting.com/come-combattere-lo-stress-in-7-semplici-mosse/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=come-combattere-lo-stress-in-7-semplici-mosse https://mentallifting.com/come-combattere-lo-stress-in-7-semplici-mosse/#respond Fri, 27 Apr 2018 12:45:57 +0000 https://mentallifting.com/?p=3119 Cara amica, quante volte ti capita di sentirti a disagio, stanca e allo stesso tempo nervosa e irritabile? Se ti trovi nella condizione in cui gli sbalzi d’umore ti rendono la vita difficile, ti sembra di non riposare mai abbastanza e di non essere all’altezza delle situazioni, allora continua a leggere: scoprirai come combattere lo stress sia più semplice di quanto credi! Mentre lo stress positivo è...

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Cara amica,

quante volte ti capita di sentirti a disagio, stanca e allo stesso tempo nervosa e irritabile?

Se ti trovi nella condizione in cui gli sbalzi d’umore ti rendono la vita difficile, ti sembra di non riposare mai abbastanza e di non essere all’altezza delle situazioni, allora continua a leggere: scoprirai come combattere lo stress sia più semplice di quanto credi!

Mentre lo stress positivo è una fonte di vitalità, una tensione verso il raggiungimento della propria realizzazione personale, lo stress patologico al contrario porta con sè la sensazione di essere sempre di corsa e di non fare mai abbastanza, ed è per definizione uno stato di alterazione dell’equilibrio psico-corporeo dell’individuo.

Siamo talmente abituati a considerarlo “normale”, data la vita frenetica che conduciamo, che spesso non ci rendiamo conto della sua pericolosità.

Lo stress patologico infatti, un sintomo “figlio della nostra epoca”,  è una condizione che abbassa la qualità della vita, compromette il vivere quotidiano e, nel lungo termine, anche le relazioni interpersonali.

Lo stress aumenta le probabilità di ammalarsi; la psiche in difficoltà si può “leggere” attraverso le sue somatizzazioni: ansia, insonnia, stanchezza, difficoltà di concentrazione, ripetitività, irritabilità, cefalee, malattie cardiovascolari, patologie cutanee, indebolimento del sistema immunitario.

 

“Ma allora, come combattere lo stress senza dover mollare tutto
e partire per un’isola deserta?”

Sto per mostrarti 7 semplici azioni che ti aiuteranno a liberarti dalle tensioni, il primo essenziale passo per ripristinare l’equilibrio biochimico del tuo sistema immunitario e ormonale.
Bastano piccolissimi gesti quotidiani per allontanare lo stress! Ma mi raccomando, sii costante!

 

1- Metti per iscritto i tuoi successi

Ogni settimana, annota tutto ciò che hai imparato di nuovo e tutti i tuoi progressi, in qualunque ambito della tua vita. Hai scoperto qualcosa di nuovo su te stessa? Hai imparato a fare qualcosa (qualunque cosa, anche una nuova ricetta!)? Hai ottenuto un riconoscimento sul lavoro? Bene, scrivilo!

E’ stato provato scientificamente che la scrittura (con carta e penna) ha un potente impatto sulla nostra neurologia. 

Scrivere i tuoi successi ti aiuterà ad accrescere, giorno dopo giorno, la fiducia in te stessa e nelle tue capacità.

2- Dieci minuti per te

Ecco un modo davvero semplicissimo per combattere lo stress! 10 minuti sembrano pochi (e lo sono!) eppure a volte fatichiamo a ritagliarci questo breve momento tutto per noi.

Prova invece a prenderti questo impegno: trova 10 minuti al giorno da dedicare a qualcosa che ti piace, qualcosa da fare possibilmente da sola, o meglio, in compagnia di te stessa!

 

3- Rilascia la tensione muscolare

Distenditi e rilassa ogni tuo muscolo immaginando di lasciare uscire dal tuo corpo ogni pensiero negativo. Associa con l’immaginazione i pensieri negativi alla tua tensione muscolare e falli uscire dal tuo corpo e dalla tua mente.

Mente e corpo sono in realtà un’unica entità, ecco perchè è utile “usare” le sensazioni fisiche per influenzare i propri pensieri.

4- Concentrati sul respiro

Durante la giornata, soprattutto nei momenti in cui ti senti più tesa, fermati un attimo e respira profondamente. Concentrati solo ed esclusivamente sul respiro. Se inizi a pensare ad altro, sforzati di riportare la concentrazione sul respiro.

Questo esercizio servirà a interrompere il flusso dei pensieri e delle emozioni durante la tua giornata e a“resettare” mente e corpo.

 

5- Stai nel presente

Ecco l’esercizio più semplice e più difficile allo stesso tempo. Può sembrare facile essere presenti, mentre in realtà ogni attimo della nostra vita è “occupato” dal passato e dal futuro.

Il passato emerge quando ci lasciamo andare alla nostalgia oppure soffriamo per situazioni che -di fatto- non esistono più, e il futuro “sequestra” i nostri pensieri ogni volta che ci preoccupiamo per qualcosa che potrebbe avvenire. Quasi mai viviamo davvero il momento presente.

Ogni giorno concentrati sul qui e ora e distogli il più possibile il pensiero dal resto: questo ti regalerà energia nuova e ti aiuterà a lasciare andare le zavorre della mente.

 

6- Usa le immagini

Utilizza la tua creatività e costruisci nella tua mente delle immagini che ti trasmettano pace e serenità. Immagina il tuo “luogo sicuro”. Definiscine ogni caratteristica, i suoi colori, i suoni che percepisci, le sensazioni che provi.

Quando lo stress si fa insopportabile, torna con la mente al tuo luogo sicuro e rilassati.

 

7- Positivo batte negativo 5 a 1

Ogni volta che un pensiero negativo si affaccia nella tua mente, sforzati di trovarne 5 positivi. Non devono essere necessariamente collegati al primo, puoi pensare a cose che non hanno un nesso fra loro. L’importante è che tu individui 5 ragioni per cui provi gioia, serenità, sicurezza, allegria.

Piano piano, se sarai costante, questo esercizio diventerà un’abitudine e i pensieri negativi saranno quasi automaticamente scalzati da quelli positivi!

Attraverso queste semplici tecniche ti renderai conto del potere che hai nei confronti delle situazioni stressanti, e che tu hai tutto ciò che ti occorre per vincere!

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