bambini Archivi - Elena Ferrari Rinascere donna Mon, 21 Oct 2019 14:16:33 +0000 it-IT hourly 1 https://mentallifting.com/wp-content/uploads/2022/05/cropped-favicon-32x32.png bambini Archivi - Elena Ferrari 32 32 207833118 Disturbo o difficoltà di apprendimento? La distinzione è d’obbligo https://mentallifting.com/disturbo-o-difficolta-di-apprendimento-la-distinzione-e-dobbligo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=disturbo-o-difficolta-di-apprendimento-la-distinzione-e-dobbligo https://mentallifting.com/disturbo-o-difficolta-di-apprendimento-la-distinzione-e-dobbligo/#respond Mon, 21 Oct 2019 14:16:32 +0000 https://mentallifting.com/?p=3745 I disturbi che riguardano la capacità di apprendimento dei nostri bambini sono un problema molto sentito dai genitori e, spesso, vissuto con forte ansia per il loro normale sviluppo. Questi disturbi implicano l’incapacità di acquisire, memorizzare o utilizzare specifiche abilità o informazioni, a causa di un calo di attenzione, di memoria o per un rallentato...

L'articolo Disturbo o difficoltà di apprendimento? La distinzione è d’obbligo proviene da Elena Ferrari.

]]>
I disturbi che riguardano la capacità di apprendimento dei nostri bambini sono un problema molto sentito dai genitori e, spesso, vissuto con forte ansia per il loro normale sviluppo.

Questi disturbi implicano l’incapacità di acquisire, memorizzare o utilizzare specifiche abilità o informazioni, a causa di un calo di attenzione, di memoria o per un rallentato ragionamento che influiscono sul rendimento scolastico.

Facciamo chiarezza

Le difficoltà di apprendimento, in assenza di patologie conclamate da una diagnosi, riguardano bambini con un’intelligenza nella norma, che non hanno problemi sensoriali (vista, udito) o neurologici e che hanno avuto adeguate possibilità di familiarizzare con la lingua scritta.

Sono disturbi su base neurobiologica, che dipendono dal funzionamento alterato delle regioni cerebrali che sono coinvolte nei processi di apprendimento. Per lo più sono di natura genetica e, spesso, i familiari dei bambini con tali disturbi hanno presentato, o presentano, problemi simili.

Quindi è importante capire che non dipendono dall’impegno o dall’esercizio, né da traumi infantili, né dalla volontà del bambino.

Come si distinguono i disturbi patologici dalle difficoltà di apprendimento?

Il disturbo patologico c’è fin dalla nascita ed è persistente. Per distinguere con chiarezza il disturbo dalla difficoltà dobbiamo valutare la resistenza ai trattamenti: parliamo di difficoltà quando, strategie di insegnamento adeguate, migliorano significativamente la capacità di apprendere, mentre siamo in presenza di un disturbo quando persiste una condizione non consona all’età. 

Troppe diagnosi affrettate

Il fatto che sia aumentato il numero di diagnosi relative ai disturbi dell’apprendimento è da una parte un segno positivo, perché indica una conoscenza più profonda e una maggiore attenzione al problema.

D’altra parte, però, si rischia di fare confusione e alimentare le paure dei genitori senza motivi. Bisogna invece fare un’importante distinzione e capire che da un lato ci sono i disturbi veri e propri, dall’altro ci sono difficoltà legate al processo evolutivo del bambino. In quest’ultimo caso si tratta non di psicopatologie diagnosticabili, ma di fatiche e difficoltà su cui si può intervenire per tempo.

I genitori devono essere quindi aiutati, dagli esperti e dagli insegnanti, a non confondere sintomi che potrebbero essere simili, ma che hanno cause, conseguenze e bisogni del tutto diversi. Molto spesso ci troviamo difronte a bambini con difficoltà di apprendimento che possono migliorare semplicemente cambiando metodo di insegnamento. Ed è qui che la scuola diventa protagonista, adeguando le metodologie didattiche e formando gli insegnanti.

Quali sono i passi giusti da fare?

Il primo passo del genitore non è andare subito dal neuropsichiatra, ma valutare se il bambino modifica le proprie strategie al modificare delle strategie di insegnamento a scuola. È dunque necessario lavorare con il bambino sin da quando è piccolo, perché il suo cervello è molto recettivo e pronto al cambiamento se adeguatamente stimolato.

Hai bisogno di un consiglio? Vuoi prendere un appuntamento? Contattami alla mail: elena.ferrari@mentallifting.com.

L'articolo Disturbo o difficoltà di apprendimento? La distinzione è d’obbligo proviene da Elena Ferrari.

]]>
https://mentallifting.com/disturbo-o-difficolta-di-apprendimento-la-distinzione-e-dobbligo/feed/ 0 3745
Autostima: non è un obiettivo ma un processo continuo https://mentallifting.com/autostima-non-e-un-obiettivo-ma-un-processo-continuo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=autostima-non-e-un-obiettivo-ma-un-processo-continuo https://mentallifting.com/autostima-non-e-un-obiettivo-ma-un-processo-continuo/#respond Mon, 09 Sep 2019 13:19:01 +0000 https://mentallifting.com/?p=3713 Una corretta autostima è un elemento centrale per una buona salute psicologica, sia da piccoli che da grandi. È un concetto molto importante per il nostro sviluppo perché rappresenta la valutazione che ognuno ha di sé stesso, della persona che è e delle cose che sa fare. La psicologia insegna che se pensi positivo, avrai...

L'articolo Autostima: non è un obiettivo ma un processo continuo proviene da Elena Ferrari.

]]>
Una corretta autostima è un elemento centrale per una buona salute psicologica, sia da piccoli che da grandi. È un concetto molto importante per il nostro sviluppo perché rappresenta la valutazione che ognuno ha di sé stesso, della persona che è e delle cose che sa fare.

La psicologia insegna che se pensi positivo, avrai molte più probabilità di farcela, a meno che non stia sottovalutando la prova che devi affrontare. Se invece hai ben presente di cosa si tratta, e pensi comunque di potercela fare, sarà molto più difficile fallire. Recuperare nella memoria quelle situazioni in cui ci siamo sentiti davvero in gamba, ci dà la carica e l’energia giusta per intraprendere una nuova sfida. Non solo in famiglia, ma anche a scuola, l’autostima dei bambini può trovare terreno fertile per il suo sviluppo oppure per il suo contrario, cioè essere limitata e dare origine a insicurezze gravi.

autostima

Autostima a scuola, il ruolo degli insegnanti

I piccoli arrivano a scuola che hanno già avuto modo di sviluppare la base della propria fiducia in sé stessi nel contesto familiare, ma sicuramente la scuola gioca un ruolo molto importante. Insegnanti ed educatori, infatti, assumono un ruolo determinante per la costruzione dell’autostima dei bambini. La scuola assume, quindi, un ruolo fondamentale nella formazione del bambino e del ragazzo perché è qui che sperimentano dei modelli e degli esempi a cui avvicinarsi.

Tutto questo è possibile a partire dalla scelta dei compiti da affrontare. Anche la scelta delle attività da svolgere per ogni bambino, infatti, deve essere ben pensata per favorire l’autostima a scuola. I bambini sono tutti diversi e portano con sé caratteristiche diverse. Questo non significa che ogni bambino deve fare solo le cose in cui riesce, anzi. Significa, invece, proporre ai bambini delle attività che, con impegno, si possono realizzare.

Non conta solo il risultato

A scuola, spesso, l’attenzione è concentrata sul voto. I bambini, indirettamente, percepiscono che l’importante è ottenere un buon risultato, indipendentemente da come ci si arriva. Niente di più pericoloso. L’importante, infatti, è il processo. L’attenzione deve essere posta sul processo, sull’impegno e sulla motivazione che il bambino ci mette nell’eseguire il compito.

In una società dove sembra importante solo raggiungere gli obiettivi, non è semplice trasmettere l’importanza di prestare attenzione al processo e all’impegno. È fondamentale, però, per il benessere dei bambini, che questo avvenga.

Il bambino che si impegna non sempre ottiene il risultato congruo alle energie messe in gioco. Il risultato, infatti, non dipende esclusivamente dallo sforzo che si mette in campo, ma esistono numerose variabili che determinano il successo o l’insuccesso.

Questo è un messaggio importante da far passare, ma è importante che siano gli adulti i primi a crederci. Non significa che il voto è indifferente, anzi, ma ciò che conta di più è il processo e l’impegno sottostante. È fondamentale capire le predisposizioni di ciascun bimbo e valorizzarle, aiutandoli però a potenziare le abilità meno sviluppate.

Evitare i confronti per non generare frustrazioni

I confronti, infatti, sono terribili e distruttivi, sia per chi ne esce sconfitto, sia per chi ne viene esaltato. Si possono confrontare le azioni, non le persone. Questo non significa che un bambino non può perdere, anzi. È molto importante insegnare ai bambini a tollerare la frustrazione della perdita.

Ma questo deve essere riferito ai comportamenti, non alla persona in sé. E, soprattutto, è meglio evitare i confronti, che possono solo dare adito a sentimenti di rabbia e tristezza, verso di sé o verso chi ne esce vincitore. Allo stesso tempo, essere sempre messo su un piedistallo rischia di essere molto pericoloso. Non fare esperienza dei propri limiti, infatti, crea aspettative troppo alte su di sé e, al primo fallimento, può creare uno scompenso nella visione che si ha di sé stessi.

Hai bisogno di un consiglio? Vuoi prendere un appuntamento? Contattami alla mail: elena.ferrari@mentallifting.com.

L'articolo Autostima: non è un obiettivo ma un processo continuo proviene da Elena Ferrari.

]]>
https://mentallifting.com/autostima-non-e-un-obiettivo-ma-un-processo-continuo/feed/ 0 3713
Il mio bambino va in vacanza da solo https://mentallifting.com/il-mio-bambino-va-in-vacanza-da-solo/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-mio-bambino-va-in-vacanza-da-solo https://mentallifting.com/il-mio-bambino-va-in-vacanza-da-solo/#respond Mon, 08 Jul 2019 07:42:04 +0000 https://mentallifting.com/?p=3653 La prima vacanza del bambino senza genitori è un momento importante per tutta la famiglia: da un lato il piccolo affronta per la prima volta un’esperienza in totale autonomia, dall’altro i genitori vivono, per la prima volta il distacco dal bambino. Un bambino che parte da solo sviluppa una maggiore autonomia, perché è costretto ad...

L'articolo Il mio bambino va in vacanza da solo proviene da Elena Ferrari.

]]>
La prima vacanza del bambino senza genitori è un momento importante per tutta la famiglia: da un lato il piccolo affronta per la prima volta un’esperienza in totale autonomia, dall’altro i genitori vivono, per la prima volta il distacco dal bambino.

Un bambino che parte da solo sviluppa una maggiore autonomia, perché è costretto ad imparare a cavarsela, sia nella gestione delle cose pratiche, sia nella gestione delle proprie emozioni. In estate si ampliano le possibilità di fare esperienze che permettono al bambino di entrare in contatto con nuove realtà: campus estivi, campeggi, gite e colonie.

Questi allontanamenti sono esperienze e tappe importanti e positive ma, se gestite male, potrebbero addirittura rappresentare un ostacolo all’acquisizione di indipendenza e soprattutto di autonomia. Per affrontare al meglio la prima vacanza da solo del bambino, ecco i miei consigli.

Gestire il distacco

È la cosa più difficile per entrambi e dipende da come il bambino l’ha sperimentato in famiglia sin dall’infanzia. Qui gioca un ruolo importante il genitore che deve dare fiducia, ascoltare i suoi bisogni, i suoi desideri e le sue esigenze. Per il bambino esplorare il mondo che lo circonda è una tappa molto importante, per se stesso e anche in relazione agli altri. È fondamentale che i genitori siano pronti a vivere il distacco in modo sano: se il bambino avverte delle tensioni è probabile che di riflesso vivrà il viaggio come una costrizione, qualcosa di negativo di cui avere paura.

Preparate in anticipo il vostro bambino, è importante descrivere e parlare dell’esperienza che si appresterà a vivere e ricordategli che ci sarà sempre la possibilità di comunicare con i genitori in caso di necessità.

Una delle difficoltà che vi troverete ad affrontare sarà quella di scegliere l’esperienza più opportuna e meno traumatica per vostro figlio. Un elemento importante è quello della scelta del gruppo a cui partecipare: deve essere omogeneo per età e competenze, troppa differenza d’età potrebbe creare non pochi problemi nel bambino.

bambino in vacanza da solo

Le proposte sono tante, quale scegliere?

Alcune delle esperienze maggiormente utili per sperimentare la prima vacanza da solo, sono le colonie estive e i campeggi scout. Entrambi presuppongono che i piccoli vengano suddivisi in gruppi omogenei per età e che vengano loro assegnati dei compiti per raggiungere degli obiettivi comuni. Questo aspetto è particolarmente importante per il bambino, che sperimenterà il concetto di aggregazione in un gruppo di pari. Inoltre, un’organizzazione ben strutturata gli permetterà di sentirsi protetto anche lontano dall’ambiente familiare.

Quali sono i vantaggi per il bambino?

Per i più grandi indubbiamente è evidente il vantaggio della convivenza con i coetanei, della scoperta di un posto nuovo, lontano da quelli abituali, della sperimentazione di una propria autonomia e indipendenza dai genitori. Oltre che all’opportunità di apprendere una lingua straniera, scoprire aspetti della natura, imparare uno sport ecc.

Per i più piccoli il vantaggio è essenzialmente quello di proseguire sulla strada della sperimentazione, della manipolazione, della creatività, con il sostegno di educatori formati e grazie alla partecipazione ad attività libere, preferibilmente all’aria aperta.

Inoltre non è da sottovalutare che il bambino che partecipa a un campo estivo non trascorrerà tutto il giorno davanti alla televisione o ai videogames, con grande benefico per la sua salute.

Tuttavia è bene non forzare il bambino a partire per andare qualche giorno lontano da casa: si tratta pur sempre di una vacanza e deve essere vissuta con entusiasmo e un pizzico di avventura. A differenza, infatti, di quanto si potrebbe pensare, non esiste un’età in cui un bimbo possa o meno partire senza mamma e papà, esiste, piuttosto, un’età “psicologica”, che solo i genitori conoscono. Forzarlo ad affrontare una simile prova, sarebbe sbagliato e controproducente. Meglio evitare e aspettare se ci si rende conto che l’esperienza è vissuta dal bambino in modo eccessivamente conflittuale.

Hai bisogno di un consiglio? Vuoi prendere un appuntamento? Contattami alla mail: elena.ferrari@mentallifting.com.

L'articolo Il mio bambino va in vacanza da solo proviene da Elena Ferrari.

]]>
https://mentallifting.com/il-mio-bambino-va-in-vacanza-da-solo/feed/ 0 3653
Bambini e vacanze scolastiche: istruzioni per l’uso https://mentallifting.com/bambini-e-vacanze-scolastiche-istruzioni-per-luso/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=bambini-e-vacanze-scolastiche-istruzioni-per-luso https://mentallifting.com/bambini-e-vacanze-scolastiche-istruzioni-per-luso/#respond Mon, 10 Jun 2019 07:22:31 +0000 https://mentallifting.com/?p=3618 Sono appena iniziate le vacanze estive e per molti genitori, ancora impegnati nel lavoro, scatta l’operazione “Come organizzare le vacanze dei bambini”. In parecchi casi, a dire il vero, l’operazione è partita mesi prima, mobilitando baby sitter, nonni o, se sono più grandi, iscrivendo i ragazzi ai campi estivi. Sembra un paradosso ma, quello che...

L'articolo Bambini e vacanze scolastiche: istruzioni per l’uso proviene da Elena Ferrari.

]]>
Sono appena iniziate le vacanze estive e per molti genitori, ancora impegnati nel lavoro, scatta l’operazione “Come organizzare le vacanze dei bambini”. In parecchi casi, a dire il vero, l’operazione è partita mesi prima, mobilitando baby sitter, nonni o, se sono più grandi, iscrivendo i ragazzi ai campi estivi. Sembra un paradosso ma, quello che per i nostri figli è il momento più entusiasmante, atteso per mesi, per noi genitori può diventare un vero e proprio incubo. Che fare?

Come gestire al meglio le vacanze dei bambini?

Innanzitutto niente panico, fate un respiro profondo e tornate con la memoria a quando eravamo piccoli e non vedevamo l’ora di lasciare, per ben tre mesi, la scuola. Essere bambini significava, e significa ancora oggi, avere a disposizione tanto libero, stare con gli amici tutto il giorno, dare sfogo alla creatività e dedicarsi a giochi e divertimenti, senza più orari. Quindi, cari genitori, smettete per un po’ di essere perfetti organizzatori e date sfogo alla creatività. È vero che in molte famiglie si lavora in due e che perciò è difficile gestire i figli, ma è anche vero che, se abbiamo dei nonni o una persona di fiducia, possiamo tranquillamente affidarli a loro.

Quali consigli per i genitori con poco tempo libero?

Il primo consiglio che mi sento di darvi è lasciateli liberi. Liberi di inventarsi giochi, di annoiarsi, di stare all’aria aperta per fare cose che durante il resto dell’anno non possono fare. Oggi, e per 9 mesi, la maggior parte dei nostri bambini entra a scuola alle 8.30 e ne esce alle 16.30 e, per tutto il tempo, devono stare attenti, impegnarsi, fare compiti e studiare per tante ore al giorno.

Almeno durante le vacanze estive è giusto lasciarli liberi da impegni e dar loro la possibilità di sfogarsi, giocare, divertirsi con gli amici.Trascorrere finalmente del tempo libero dagli impegni scolastici e lavorativi con i propri figli può essere molto piacevole per mamma e papà, ma anche impegnativo e stressante. Quindi, lasciatevi aiutare e fate scelte che soddisfino le vostre esigenze ma siano compatibili con i loro bisogni.

Che sia mare, montagna, lago o campagna, scegliete in base ai vostri gusti ma fate in modo che il tragitto sia il più possibile rilassante, e non fonte di nervosismo e stanchezza. Prediligete destinazioni che siano adatte all’età dei bambini, in cui sono solitamente presenti servizi e attività pensate per i piccoli viaggiatori.

La parola d’ordine è riposo

È importante rispettare i loro tempi, anche se sono più rallentati, e trasmettere calma e serenità. Può accadere che qualcosa non vada come stabilito o programmato. Meglio prendere le cose con tranquillità, senza agitarsi e litigare: anche gli imprevisti potranno diventare un’occasione per scoprire in noi nuove risorse.

Mettete da parte tablet, smartphone e videogiochi: sono tantissime le attività da fare insieme ai vostri figli all’aria aperta: siate creativi e proponete giochi di scoperta e movimento.

I bambini hanno bisogno della vostra presenza e di stare con voi, soprattutto se, durante l’anno vi vedono poco a causa del vostro lavoro. Quindi ritagliatevi momenti di divertimento e condivisione.

Ma, soprattutto, non fatevi prendere dall’ansia e godetevi questi momenti speciali: se voi siete sereni e felici lo sentono e lo saranno anche loro.

Hai bisogno di un consiglio? Vuoi prendere un appuntamento? Contattami alla mail: elena.ferrari@mentallifting.com.

L'articolo Bambini e vacanze scolastiche: istruzioni per l’uso proviene da Elena Ferrari.

]]>
https://mentallifting.com/bambini-e-vacanze-scolastiche-istruzioni-per-luso/feed/ 0 3618